Quindi un trasformatore d'uscita per chitarra deve avere una banda passante limitata, primo perchè la chitarra genera frequenze limitate, secondo perchè gli altoparlanti utilizzati hanno anche loro una banda passante limitata, terzo perchè certe frequenze non solo non servono ma sono anche nocive e deleterie per il suono.
Se a questo aggiungiamo che qualsiasi grande costruttore ha sempre voluto risparmiare per massimizzare i guadagni è ovvio che i trasformatori utilizzati sono economici, spesso sottodimensionati e certamente non costruiti per tolleranze da HiFi.
A questo punto facciamo un pò di storia.
Quando il buon Marshall copiò i primi Fender dovette per ovvi motivi di budget utilizzare componenti reperibili in Inghilterra.
Per i trasformatori si affidò alla Radio Spares che altro non è (al presente dato che è assolutamente ancora esistente
http://it.rs-online.com/web/ ) un rivenditore di parti elettriche ed elettroniche, ora su web allora su catalogo postale.
Per capirci è come se Valentino le stoffe le avesse comprate su Postal Market.
Se si vanno a vedere gli schemi originali si incontrano varie "gabole" o trucchetti per linearizzare la risposta del trasformatore (circuito di feedback) e per stabilizzare le eventuali imprecisioni nella costruzione (condensatore a cavallo degli anodi del phase splitter).
Da qui è evidente che erano trasformatori economici e "general pourpose" adatti ad usi molteplici con una banda passante limitata e una potenza limitata.
E da qui torniamo ai punti 3-4, un trasformatore normalmente viene garantito ad una certa banda passante ad una certa potenze, all'aumentare della potenza a cui è sottoposto la banda passante si riduce per un fenomeno chiamato isteresi magnetica.
Per lo stesso motivo all'aumentare della corrente che scorre nel primario del trasformatore l'induttanza dello stesso diminuisce aumentando la distorsione dell'ampli.
Ecco spiegato perchè l'utilizzo di trasformatori sottodimensionati per motivi economici ha portato a distorsioni maggiori e quindi ad un certo tipo di suono.
Da qui la differenza di suono che passa tra un Fender e un Marshall vintage anche se gli schemi sono molto simili.
La Fender scelse di utilizzare trasformatori discreti, un pò meno economici, sommati all'utilizzo di un feedback maggiore (per migliorarne ancora di più la linearità entro potenze contenute) che da un suono pulito, morbido e piacevole fino quasi alla massima potenza dove entra in distorsione in maniera dura e non sempre piacevole.
la Marshall utilizzo "ferri" economici feedback minori e quindi una maggior distorsione su tutto l'arco utile di potenza con un'entrata in distorsione più cattiva ma piacevole.